giovedì 15 ottobre 2009

Shimoda


Spiaggia di Shirahama


Sala da tè tradizionale, Shimoda


Shimoda, lungo il porto


Due settimane fa ho visitato Shimoda, il punto estremo sulla penisola di Izu a circa 2 ore e mezzo di treno da Tokyo. Questa zona è molto conosciuta per le sue fonti termali, alcune molte belle a due passi dalla spiaggia. La baia però è anche stata il punto in cui gli ameriacni sono approdati in Giappone la prima volta nel 1853. A dieci minuti di autobus si trova la spiaggia di Shirahama, punto di incontro dei surfisti giapponesi, che aspettano le onde poche decine di metri da un tempio shinto molto antico con il suo tori sugli scogli. I tori sono come delle porte che simbolicamente delimitano lo spazio sacro del tempio. Tutto però mi è sembrato un po' decadente con i baretti fatiscenti, molta lamiera arruginita e sporcizia sulla spiaggia. La cosa che mi ha lasciato sconvolta però sono degli atutentici ecomostri in cemento costruiti a 50 metri dalla spiaggia. Hotel visibili dal treno lungo tutta la costa. Forse il Giappone che mi piace non esiste più, è una roba da turisti. Non smetto però di cercarlo. Ho visitato una sala da tè di circa cento anni, arredata con tatami, interamente in legno. In legno è anche un ryokan (locanda tradizionale), con un sento (bagno con acque termali), al suo interno a pochi kilometri da Shimoda. Questi due posti e la freschezza del pesce pescato dai pescatori della zona valgono una visita. Tsunami permettendo. In paese lungo il porto si trovano dei cartelli che avvertono sulla possibilità di tzunami improvvisi. Del resto tutto il giappone si trova proprio al limite di una falda, che lo rende terra di terremoti, tzunami, vulcani e appunto numerose fonti termali...

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