martedì 23 marzo 2010

Sakura




 pink break

Ultime settimane a Tokyo. Forse riesco a contemplare la fioritura dei ciliegi(sakura): il grande evento. Il rosa da qualche settimana ha invaso lentamente ogni aspetto della vita pratica.
Il global diventa glocal. Starbucks (la catena americana che fa bere caffè anche ai cinesi) ha realizzato per l'occasione uno speciale caffelatte rosa, con tazza rosa. Nel caffè sotto casa sono comparsi croissant con farcitura rosa e packaging in tinta. Rosa è anche il colore dominante degli sfondi sulle solite pubblicità sui treni della metro. Io ho già mangiato un dolcetto di riso avvolto nella foglia di ciliegio. I ciliegi sono un po' come i gatti qui a Tokyo: si trovano nei parchi, nei cimiteri, più raramente nei viali cittadini, e tutti ne hanno cura. Ci si prepara alla fioritura con una devozione che, a chi giapponese non è, suona come un rito a cui bisogna essere iniziati. Insomma, non si tratta solo di contemplare delicati fiorellini rosati. Sotto i ciliegi si fanno picnic con tutta la famiglia e romantiche puntate notturne neglia angoli più suggestivi.  In qualche caso si fa la fila per vedere, come per i saldi  nelle boutique di Ginza. Una serie di domande a questo punto rimaranno senza risposta. I ciliegi qui nella tradizione hanno quasi un anima e sono tutelati perchè portatori di bellezza. Come dargli torto? D'altro canto però, mi lascia perplessa il numero di centrali nucleari in un paese ad altissimo rischio sismiso, la presenza di inceneritori al centro di Tokyo (ogni biscotto è impacchettato singolarmente, dunque molta molta plastica in giro), e la caccia alla balene è spacciata come ricerca scientifica dai media nazionali giapponesi. Venerare la natura  in senso panico, non sempre significa dotarsi di politiche ambientali che possano far contemplare ciliegi alle generazioni future.
Protocollo di Kyoto da rivedere proprio a casa loro.
 sakura metro

giovedì 4 marzo 2010

(S)paz(z)iare

 
Shibuya 
Sono una pessima blogger. E chiedo scusa ai lettori, anche se ne fosse rimasto solo uno però si merita altre due cose su Tokyo. Forse troppi stimoli sensoriali provocano una specie di overdose e le cose che si vorrebbero raccontare sono troppe. Per esempio, avete presente uno degli incroci più attraversati del mondo? Shibuya. Un delirio di pedoni per pedoni. Le strisce in diagonale (?!) sono quasi inutili. Quando il verde è dei pedoni vi sentirete come un bisonte che attraversa la savana urbana con centinaia  di bisonti, antilopi, e zebre con borse, zaini, tacchi e cravatte. Vivendo in una città con una densità di popolazione di circa 14.000 abitanti per chilometro quadrato, la propria fisicità muta. Il modo in cui si attaversa lo spazio anche. Si cominciano a capire meglio le leggi della prossemica,   completamente sovvertite, e si diventa spingitori di umani, compressori di altri corpi. Non c'è scelta. Si impara anche a fare del proprio corpo una specie di spartitraffico bipede ai cancelli della metro. Come ritrovarsi con gli amici a Tokyo nelle stazioni più affollate? A Shibuya ci si ritrova davanti al cane Hachico (la statua). A Shinjuku davanti all'incrocio dello Studio Alta, per esempio. Così fra tutti i punti di riferimento che questo luogo possa offrire, con tutte le insegne luninose, tutte le uscite della metro e dei treni di  superficie, alla fine gli umani hanno individuato dei punti che a noi italiani, della cultura della piazza del giornale, del caffè, ma anche delle manifestazioni di ogni genere, ci sembra la cosa più normale ovvero: un luogo che ha abbastanza spazio per sostare con il proprio corpo senza essere travolti da zebre e bisonti. In realtà, questi due luoghi di incontro non sono delle vere e proprie piazze, ma l'idea di piazza a Tokyo non è una soluzione urbana: è spreco di spazio.   L'area antistante il Palazzo Imperiale fa eccezione. Se siete in centro e volete  spiaggiarvi per riprendervi da un bagno di folla, potete trovare rifugio in questa generosa aria di rispetto a ridosso del palazzo imperiale. Rispetto "profondo": sotto il parco imperiale non passa neanche una delle 9 linee della  Tokyo Metro.  
 
Kokyo Gaien (davanti al palazzo imperiale, guardando la città)