mercoledì 21 ottobre 2009

Oktoberfest



















Yokohama (17.10.09)

Wurstel, boccali di birra, crauti. Non so che che tipo di curiosità, se gastronomica o antroplogica mi ha spinto a Yokohama. Si, hanno anche loro l'Oktoberfest. Tutto riprodotto come a Monaco, orchestrina e canti in tedesco inclusi, cantati da giapponesi più o meno alticci. Che dire, in mezzo a circa mille persone, milioni di rutti e molta perplessità sui prezzi di mezzo litro di birra penso che non ripeterò la cosa. Vi immaginate la sagra del tortellini a Città del Capo, quella della pecora in cappotto (bollita con patate sbucciate o con la buccia, dipende dalla contea) a Versailles? Il senso della riproduzione è molto spiccato nei giapponesi, ma certe cose sono davvero troppo stridenti. Forse l'importatore di birre tedesche ha firmato una convenzione pluriennale con il comune Yokohama, che dista anni luce da simili vocazioni. Sarà una specie di esotismo all'incontrario ovvero tutto quello che arriva da occidente genera una esagerata curiosità. Esempio il solo pronunciare la parola Italia, provoca una serie di stridolini entusiasti da parte femminile e un più misurato stupore da parte maschile. Non mi sono mai sentita così oggetto di attenzioni e positiva curiosità perchè italiana. Forse la distanza diluisce le brutture e la percezione che si ha di un paese. Gli inglesi ci sfottono abbondantemente per il degrado della nostra classe politica, i francesi ci snobbano per partito preso, i giapponesi ci adorano per arte e moda, e tutto un immaginario mezzo pucciniano mezzo rinascimentale che andrebbe aggiornato. Qualcosa che non è esattamente nella lista dei bisogni primari di una società. Bisognerebbe ragionare sulle ragioni profonde che fanno oganizzare una festa della birra taroccata nella seconda città del Giappone. Che c'entrano i polifosfati dei wurstel con la purezza di un tocco di shashimi fresco? Gli esseri umani, a tutte le latitudini non smettono di accontentarsi, e a volte cerca e ricerca l'eccellenza, massima priorità per i nipponici, si finisce per peggiorarsi la qualità della vità. Al riparo dell'enorme capannone però non c'era ombra di teutoniche ragazzotte con le trecce bionde a servire biru (birra).
Non tutto è riproducibile nei minimi dettagli, per fortuna.


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