martedì 6 ottobre 2009

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Sendagi, Tokyo (06.10.09)


Rikugien garden, Tokyo (01.10.09). Il giardino è stato disegnato pensando alla poesia classica giapponese, Waka. La foto è il risultato di un primo nudo scatto.

La fitta rete di cavi e di pali che si vede fuori dalla mia finestra è brutta. Cavi elettrici, telefonici, di altro genere formano grovigli che sembrano da un momento all'altro cedere o creare un corto circuito. Non mi spiego perchè in uno dei paesi più ricchi del mondo questa è la norma. Brutti sono anche gli infissi in alluminio che tutte le case, le villette e i condomini hanno. Domina il cemento. Ci saranno delle ragioni climatiche e sismiche. Non si trova nel decoro urbano la bellezza. Sembra esserci una netta separazione fra pulizia e bellezza. Tutto è pulito. Tutti gli spazi collettivi sono clinici. Alla bellezza vengono riservati però i dettagli, le piccole cose, alcuni oggetti di uso quotidiano, i giardini, una ciotola. Il dettaglio è bello e curato. La città, almeno nelle aree residenziali, neanche tanto periferiche, lascia perplessi. Ma dietro un discutibile palazzo di 8 piani, mappa alla mano, si può scoprire un giardino di epoca Edo, curato sia nei dettagli sia nel suo insieme. Queste piccole oasi di bellezza sono quasi degli spazi sacri, insieme ai tempietti shinto o buddisti che hanno di solito un piccolo giardino con una fonte. La bellezza insomma è qualcosa che non ha un carattere diffuso in questa grande metropoli. Va cercata, e quando la si scopre non è tanto difficile ritrarla. Le cose sono disposte per il piacere degli occhi in tutte le dimesioni spaziali, pensate per essere apprezzate quando ci si cammina dentro o intorno.

(se cliccate sulle foto potete ingrandirle)

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